Pubblicato su politicadomani Num 83/84 - Settembre/Ottobre 2008

Scuola
Scelta precoce e doppio binario: una soluzione sbagliata

 

Si può assolvere l’obbligo di istruzione fino a 16 anni anche presso i centri regionali di formazione professionale, si legge nell’art. 64, comma 4-bis, della legge n.133/2008, che cancella con un tratto di penna il diritto/dovere all’istruzione fino a 16 anni.
I corsi di formazione professionale triennali, istituiti sperimentalmente dalla Moratti, diventano così definitivi. Non solo, gli enti accreditati presso le Regioni non sono più tenuti ad applicare i programmi ministeriali nei corsi professionali.
Si crea in questo modo un secondo canale rispetto all’ordinamento scolastico tradizionale (quello dei licei e degli istituti tecnici e professionali) più povero, riservato alle fasce più deboli culturalmente e socialmente. Obbligando per di più gli studenti a scegliere troppo precocemente, a soli 14 anni.
Siamo in netta controtendenza rispetto alle indicazioni contenute nel progetto PISA, dal quale risulta che la povera performance degli studenti italiani ha fra le cause principali:

  1. la scelta troppo precoce dell’indirizzo di studi;
  2. un metodo di insegnamento inadeguato, poco attento ai processi di comprensione ed elaborazione;
  3. le condizioni socio-economiche della famiglia di appartenenza;
  4. l’appartenenza a regioni macrogeografiche, quelle del Sud-Isole, il cui divario socio-economico rispetto alle regioni del Centro-Nord è marcato.

Per la prima volta - nota la FLCGIL (“Brutti tempi per la scuola”, www.flcgil.it), si interviene sugli ordinamenti scolastici con ragioni di natura economica anziché didattico-organizzativa. (...) La scelta riapre tutta la polemica sulle finalità della formazione professionale, diverse da quelle della scuola, e sul profilo dell’obbligo di istruzione, profilo che riguarda l’innalzamento complessivo dei livelli culturali del paese e non l’accentuazione delle differenze sociali. Il ripristino di un doppio canale è una soluzione falsamente benevola verso le fasce di utenza più deboli, in realtà è rinunciatario socialmente e didatticamente”.

 

Il testo cassato

Ecco il testo della legge 27 dicembre 2006 n. 296 che è stato tagliato:
«Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici previsti dai predetti curricula, possono essere concordati tra il Ministero della pubblica istruzione e le singole regioni percorsi e progetti che, fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Le strutture formative che concorrono alla realizzazione dei predetti percorsi e progetti devono essere inserite in un apposito elenco predisposto con decreto del Ministro della pubblica istruzione. Il predetto decreto è redatto sulla base di criteri predefiniti con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano»

Ed ecco il testo della legge n.133/2008 che lo sostituisce:
«L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo»

 

TABELLA 4: Percentuale di studenti a ciascun livello della scala complessiva
di literacy in lettura in PISA 2000 e scientifica in PISA 2006

Livelli di competenza

PISA 2000

PISA 2006

% Italia

% OCSE

% Italia

% OCSE

Sotto il livello 1

5,4

6,0

11,4

7,4

Livello 1

13,5

11,9

15,0

12,7

Livello 2

25,6

21,7

24,5

22,7

Livello 3

30,6

28,7

26,4

27,8

Livello 4

19,5

22,3

17,5

20,7

Livello 5

5,3

9,5

5,2

8,6

[Fonte: base dati OCSE PISA2000-PISA2006/ INVALSI]

NOTA: livelli minimi accettabili (secondo PISA): Livello 3 in lettura; Livello 2 in scienze e matematica

 

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